sabato 24 gennaio 2009

LA MADRE, LA FALCE E L'OSCURO MANTELLO

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La madre, la falce e l'oscuro mantello



Lungo pascoli infiniti anche al divino
vedo stretti e angusti percorsi d'ombra
sento il mare sbuffare con forza il senso andato
di lealtà e orgoglio fido e inviolato.
E respiro brezze di vento foriero
percorse da fulmini di tempesta furente
nel crogiolo infuocato di mille scheggie di vetro
fioccanti d'inaudita audacia e potenza.
Nel riflesso d'un lampo saettante
percorro il miglio alla velocità sonora,
d'un tuono roboante che segue il passo sovrano
mentre dal solco il pianto è ormai disumano.
Pregano in cerca del nero sigillo
a cavallo del drago dal respiro brillo.
Dal rigo perenne di traccia maligna
il demone urlante annuncia il mio arrivo.
Mille e migliaia di persone festanti
dal cranio pittato di falso amore
accolgono il mio arrivo in tempo per morire
per lenire il peccato a fin divenire.
La santa creazione devo ammazzare
giustiziere nel mondo, arcano viaggiatore.
Per tutto il bene per sempre fautore
è disceso dal cielo il divino mietitore
portatore finalmente dell'equilibrio mancato
un triste dono dal risvolto dorato.
Da genti e popoli prenderò il cuore
vittime illustri di un male trionfatore
corrotti e blasfemi son solo sinceri
ma di ipocriti semi arricchirò il mio cammino.
Perchè la morte è l'unico destino,
e non c'è fuga dal corridoio oscuro.
Nemmeno per coloro che sanno amare
o che dal cielo ricevono il riflesso divino.
Perchè ben si sà che nell'uomo, o' suvvia
non è insito alcun riflesso di luce o calore
ma questo non mi impedirà certo d'amarlo
perch'io sono la vita, la morte ed il triste dolore
è nel cono di luce traccio il tetro colore.
Perch'io son la madre, la falce e l'oscuro mantello
e vedo nel cuore del mostro ogni sinistro tassello.

(danleroi)


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