martedì 14 ottobre 2008

IL FIGLIO DEL DEMONE

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Il figlio del demone



Nell'infinita notte oscura e silente,
dal triste castello al colle supino
sotto le cupe stelle spente
che trasmettono al cuore un triste destino
colgo nei tuoi occhi il riflesso vitreo
quel pallido senso d'eterno bambino.
E' vedo il sangue colare lungo il tuo cuore
immagini profonde e distorte, contorte e di morte.
E' sento il male inondare i tuoi occhi, spenti e cenerei
un suono occulto d'un odio oramai profondo.
Vortici di luce nera, attorniano la nostre vite
concentrici e maestosi, melensi come il mare.
E' mentre noi raccogliamo in essi ricordi
di parole, di emozioni, di doni infausti,
che finiscono con l'incenerirsi al primo fuoco,
o con il coinvolgere nel loro decadimento
le mura infernali cosparsi di cadaveri.
Sogni di mostri che emergono dal passato
come lancinanti fitte al cervello
mentre nel nostro limbo oramai perduto
ricerchiamo la reggia un tempo in luce.
Misti a diademi da funebri presagi
porti al collo il segno delle mani
che strinsero, che lacerarono
carni un tempo candide
senza alcun vincolo nell'animo
severo e foriero, per sempre distante.
Smorfie scolpite, dal turbine impaurite
mostrano con orrore il declino dell'uomo
è il figlio del demone grida la gente
che sparla, che giudica, il mostro celato.
Ma or finalmente saremo immortali,
in cerca del seme per risorgere al male
e nel demone occulto dove mi son custodito
vivo il silenzio, in attesa del sublime attimo.
Presa una corda con entrambe le mani
l'appoggio al collo, come un rituale
il sorriso maligno è oltre la stanza
or sembra sparire e per sempre sventare
e sento i battiti di un cuore morto
incidere gli ultimi grossi trambusti
una scheggia infuocata coglie alla schiena
non c'è tempo per pensare, devo finire
l'orgoglio mi prende, sono più forte
spavaldo è il coraggio di chi incontra la morte
confuso e sudato osservo l'oblio
del male confesso del mondo fu pio
e dentro al calore dalla forte pressione
complice la sedia do un ultimo strattone
la corda si tende e s'allunga la via
che dal corridoio oscuro mai più andrà via
Ho visto tante e troppe persone
per cui questo ricordo lo dedico a te
un truce messaggio ma cosi fatto è l'amore!
un pizzico di nostalgia, dolcezza e dolore
l'ultima immagine dal patibolo divino
mentre mi osserva l'anima dannata
fredda e bruna sul letto coricata
triste è l'effetto che la colpa m'è imputata
veder la mia donna da me strangolata.

(danleroi)


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