domenica 5 ottobre 2008

RIFLESSI D'OMBRA

 
 
RIFLESSI D'OMBRA


Morire, perchè? Pensare alla fine fa male.
Nessuno vuol farlo davvero, se non con ironia,
attorcigliando la mente in un gioco perverso
che ci vede come figli immortali di un dio defunto.
Morire, di cosa? Debole soffio è così dunque la vita?
Quanta morte c'è attorno a noi? Quanti morti camminano
ancora fra fra le nostre esistenze, sovrapponendosi?
 Sento nel sonno i passi del killer che si avvicina,
le mie urla sono feroci perché mute: Uccidimi!
 Voglio morire e rendermi conto di farlo,
vivere questa esperienza per risvegliarmi più cosciente,
offrirvi a tutti un ultimo drink, col mio sangue,
e generare dal mio cuore il vostro ultimo pasto.
 Bevete gente, me ne vado! Restate voi al mio posto,
a soffrire, a sentire lo sguardo dell'angelo cieco.
Serioso e spietato, mi taccia di codardia, di menzogna,
poiché in epoca passata, piansi invocando la vita.
Morire, l'ossessione della morte mi perseguita,
l'orrore di provare lo strano scisma fra anima e corpo,
quello vero, quello che blocca il cuore, mozza il fiato,
strabuzza gli occhi e genera il pianto,
l'esasperazione dell'inconscio, degli affetti,
misti alla necrosi del corpo, che fa male.
Il suicidio non è altro che un diritto universale,
ognuno di noi deve poter dire Basta!
Spegnere tutto e cancellare i problemi,
le regole, le leggi, i soldi e tutte le cinture di castità
che quotidianamente ormai da soli c'infliggiamo.
Andate via, vi prego, rovinate la mia vita
urliamo disperati in sogno, rivivendo il male,
mentre con gli artigli cerchiamo di afferrarci il giugulo,
per liberarci da mille o più mani incrociate
che soffocano la nostra stessa essenza.
Indossiamo maschere per nasconderci,
per non far scorgere agli altri,
il nostro Corridoio Oscuro,
accogliendo negli occhi, ancora una volta
quello strano Riflesso d'Ombra
che soltanto coloro che sono capaci di vedere oltre,
possono notare ed averne timore.
Siamo tutti esseri deboli, poiché imperfetti,
con tenacia cerchiamo di imporre noi stessi sugli altri.
Siamo esclusivi, come protagonisti di un nostro film,
che spesso non ha un lieto fine.
Come arroganti registi occulti
dotati di chissà qual fascino e profondità,
Manovratori o pedine straordinarie
in un sistema che non ha bisogno di noi,
nascondiamo a noi stessi di esserne la piaga,
l'occulto demonio generatore di sconfitte.
Per quanto poi fuggiamo via lontano,
ci ritroviamo sempre più dentro l'arcano grimorio,
prigionieri della truce stirpe, al quale poi contribuiremo.
Osserveremo cosa resta, di quel mondo deviato,
mentre il tempo svanirà via.
Gli oceani diventeranno montagne,
la terra tremerà possente,
intonando il feroce cantico
della creazione, ancora una volta!
Siamo l'ombra di un umanità sempre più corrotta e cinica,
sempre più carica di una orrenda superficialità.
Viviamo per scoprire cosa cela l'esistenza,
come per segnare un altra traccia
in questo strano mondo a strisce,
dove le più scure divorano le più chiare
generando sempre più riflessi d'ombra.
Nell'odissea della vita di ciascun individuo,
con gli occhi freddi e spietati di una tigre ferita,
si nasconde un sole nero che irradia di orrore la nostra via.
Se accidentalmente ne incrociamo il flusso nefasto,
ne rimaniamo schiavi, inchiodati nel cono d'ombra.
Chi vuole fuggire deve morire,
perchè la morte è l'unica fuga dal corridoio oscuro.


(Goondah)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Davvero stupenda, hai grande talento..